Syn. Pl. (Persoon) 2(1): 160 (1806)
Scrophularia grandidentata Ten.
Scrophulariaceae
Scrofularia di Scopoli, Deutsch: Drüsige Braunwurz
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea perenne, rizomatosa, alta 50 - 120 cm che emana un odore sgradevole nelle ore di pieno sole.
Fusto eretto-ascendente, con striature rossastre, ± ispido nella parte inferiore e sparsamente ricoperto di peli ghiandolari in quella superiore.
Foglie opposte, di colore verde chiaro, brevemente picciolate (2-4 cm) e con lamina lanceolata a base cordato-troncata (3 - 6 x 8 - 12 cm), il margine fortemente dentato con presenza di mucroni.
Fiori zigomorfi in cime ascellari (3 - 7) formanti pannocchie; peduncoli coperti di peli ghiandolari neri.
Calice con lacinie triangolari-ovate (3 x 3 mm) e con bordo membranaceo chiaro.
Corolla purpureo-verdastra (5 - 8 mm), con tubo ventricoso e con 5 lobi di cui, 2 superiori appaiati e ripiegati verso l'alto, 3 centrali riflessi.
Stami fertili 4 di cui 2 più lunghi; staminodio reniforme.
Antere con una sola loggia avente apertura trasversale.
Il frutto è una capsula setticida subconica sormontata da stilo filiforme.
Semi numerosi con superficie rugosa, alveolati, subcilindrici o prismatici.
Tipo corologico: Orof. Eurasiat. - Orofita dei rilievi montani dell'Europa e dell'Asia
Habitat: Prati e radure boschive, luoghi ombrosi da 500 a 1870 m
Sistematica e possibili confusioni: Potrebbe essere confusa con S. nodosa L. che però presenta fusto tetragono e senza arrossamento, inoltre il calice ha segmenti subrotondi e la corolla è di colore purpureo-giallastra.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere deiva dal latino "scrophulae" = "scrofole" con cui si indicava una malattia della pelle e delle mucose, curata già anticamente con piante di questa famiglia (S. nodosa L.).
L'epiteto della specie è dedicato al botanico G.A. Scopoli (1723 - 1788) di Cavalese, insegnante di botanica presso l'Università di Pavia autore di "Flora Carniolica" 1762 . Ricordato anche per un principio attivo allucinogeno, la scopolamina, presente in una pianta delle solanacee a lui dedicata, la Scopolia carniolica Jacq. ma soprattutto in Hyoscyamus niger L. e in Datura stramonium L.
Proprietà ed utilizzi:
Specie tossicaA parti della pianta, rizoma e sommità fiorale, vengono attribuite, come in tutte Scrophularie, proprietà cicatrizzanti, coleretiche, depurative e ipoglicemizzanti per la presenza di saponine, glucosidi, acido malico, butirrico e palmitico. Inoltre sono ricche di vitamina C e D.
Note e Curiosità: Di questo genere, alcune varietà, vengono utilizzate per abbellire i giardini rocciosi, come ad es. la S. auriculata var. variegata.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
Attenzione l'uso imprudente di questa pianta può causare gravi problemi di salute .
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Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna
G. Galetti - Abruzzo in Fiore - ED. Menabò - 2008
M. Blaney - C. Grey - Wilson - Toutes les Fleurs de Méditerranée -Delachaux et Niestlé - 2000
Selezione dal Reader's Digest - Segreti e virtù delle piante medicinali - 1980
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Scheda realizzata da Nino Messina
