Videointervista a Gianni Berengo Gardin, fino al 15 novembre in mostra a CAMERA

Gianni Berengo Gardin - 1024 x 683 - Walter Miglio

“Gianni Berengo Gardin e la Olivetti” è la mostra attualmente in corso nella Project Room di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, organizzata da Camera insieme all’Associazione Archivio Storico Olivetti, con la collaborazione del Museo Civico “P. A. Garda” di Ivrea.

ARTSCAPES #20, Gianni Berengo Gardin “Rigore, lirismo, a fuoco nel mirino”,  video-intervista a cura di Marco Aruga

Videointervista a cura di Marco Aruga

Lo vedo che porta con sé l’amica di sempre, la macchina fotografica, e non mi sorprendo quando dice della sua “allergia” al cavalletto, che credo veda come un trespolo innaturale per una compagna che deve stare invece sempre con te, pronta a raccogliere istantanee, dopo averlo seguito nelle sue peregrinazioni.

Una simbiosi più lunga di 50 anni, lungo i quali una grande varietà di temi indagati ha generato un poderoso corpus di immagini, raccolte in oltre 250 libri fotografici, ed esposto in un numero anche superiore di mostre.

Un impegno e una vocazione nate sulla scorta della fascinazione del fotogiornalismo degli autori di Magnum, primo tra essi Henri Cartier-Bresson, a cui viene spesso accostato (paragone da cui Berengo Gardin umilmente rifugge).

Gli si riconosce la capacità di seguire temi diversi, con uno sguardo sempre fresco ed aggiornato, chiaro e personale. Forza e curiosità lo portano a contatto con la cultura popolare, dell’Italia in particolare, che — percorrendo in lungo e in largo — ha documentato con amore e intensità.

Prende in esame temi delicati ed importanti, quali quelli della segregazione manicomiale, per giungere al passaggio epocale della chiusura di queste istituzioni in Italia, conservando comunque nel tempo un atteggiamento — di cui quel lavoro è testimonianza — che vuole l’attività del fotografo “artigianale” e di impegno sociale.

Accompagna avventure industriali, professionali ed artistiche di grande rilievo in Italia, guadagnando una fiducia senza riserve che gli consente di condurre nel tempo indagini profonde, libere, precise e sfaccettate (ad es. le collaborazioni di lungo periodo con Olivetti, o Renzo Piano).

Un rapporto rigoroso, vagamente ascetico e comunque rispettoso con il mezzo che si è scelto, lo conduce a privilegiare la tecnica storica della pellicola, così come il bianco e nero, e a guardare con diffidenza — ragionata — l’esplosione della produzione fotografica — o meglio di immagini — di cui per la maggioranza non si conosce la funzione o il destino. Che se leghiamo all’incerta durata del digitale, gli fa preferire la concretezza “fisica” di un negativo, come gli faceva amare il concreto mondo contadino ed i suoi saperi, portatori di una autenticità che sembra perdersi nell’accelerata incertezza del presente.

La Project Room di Camera – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, ospita dal 1 ottobre 2020 al 15 novembre 2020 la mostra “Gianni Berengo Gardin e la Olivetti”, realizzata da Camera e dall’Associazione Archivio Storico Olivetti, con la collaborazione del Museo Civico P. A. Garda di Ivrea, che testimonia il lungo rapporto professionale tra il fotografo ligure e l’azienda di Ivrea, documentando la complessità del progetto olivettiano, proiettato nel mondo e pioniere dell’impresa socialmente responsabile, compreso tra l’organizzazione di sistemi culturali e sociali per la comunità delle persone che in essa lavoravano, e l’articolata e preziosa opera architettonica che ne ha caratterizzato gli edifici dove si manifestava.

 

Link

Amabili testi – intervista a Gianni Berengo Gardin – Edoardo Albinati – RAI Scuola – 2017

Gianni Barengo Gardin e Roberto Koch: “Cultura dell’immagine o della fotografia? “ Dialoghi sull’uomo Pistoia – 2017

Gianni Berengo Gardin – Un piacevole incontro Intervista di Ryuichi Watanabe. – 2013